Per molti anni i piedi sono sempre stati scarsamente considerati,come se non facessero parte considerante del nostro corpo,eppure ci consentono di camminare, correre, saltare e giocare; il loro appoggio al suolo permette di mantenere in equilibrio tutto il nostro corpo, anche se sono di fondamentale importanza per molti anni li abbiamo sempre ignorati, quasi a vergognarcene un po’.

Per i diabetici i piedi devono essere importanti,come continua deve essere l’attenzione dedicata, per evitare le complicanze, spesso frequenti se vengono trascurati.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS),il piede diabetico viene definito come:la condizione d’infezione, ulcerazione e/o di distruzione dei tessuti profondi associate ad anomalie neurologiche e a vari gradi di vasculopatia periferica degli arti inferiori.

Il gruppo di studio piede diabetico, della Società Italiana di Diabetologia e dell’Associazione dei Medici Diabetologi, ha definito il piede diabetico come “piede con alterazioni anatomo-funzionali determinate dall’arteriopatia occlusiva periferica o della neuropatia periferica”, volendo estendere in questo modo la definizione a tutti quei soggetti diabetici che in assenza di lesione sono a rischio di ulcerazione. In tutto il mondo il piede diabetico è a rischio di amputazione non traumatica.

Nel 2000 i podologi sono entrati a far parte dell’equipe che segue i pazienti diabetici,diminuendo il rischio di amputazione.
L’equipe deve essere composta dal podologo specialista sul piede diabetologia, l’infermiere, l’ortopedico ed i vari specialisti come il chirurgo vascolare, l’infettivologo…..
In particolare il podologo è una figura cardine all’interno dell’equipe, infatti un buon trattamento podologico mensile diminuisce i rischi di ulcerazione e rischi inutili riguardanti il paziente. Numerosi studi identificano il trattamento ed il controllo strumenti molto validi per la prevenzione di complicanze.

Il podologo che tratta il piede diabetico,ha il compito di accompagnare il paziente in tutte le fasi della propria malattia; nella fase pre-ulcerativa è il responsabile dello screening del folow-up, dell’educazione e prevenzione.
Il momento fondamentale nel lavoro del podologo, è l’esecuzione dello screening delle complicanze croniche agli arti inferiori, perché permette di individuare i pazienti a rischio ulcerativo e stratificarli per classi di rischio.
Il podologo ha un compito indispensabile verso il paziente, deve educarlo alla gestione del problema e seguiore le indicazioni sanitarie relative alla cura del piede. Nell’educazione di deve proprio far capire e motivare il paziente alla propria patologia cronica.

Oltre ad educare il paziente si preoccupa anche dei familiari per un’eventuale medicazione a casa. Molto importante è anche il trattamento podologico in assenza di ulcerazioni.
Infatti nel piede diabetico non vi è nulla di peggio di una banale lesione; lesioni banali possono far emergere un’ulcera. Si dovrebbe trattare cosi le ipercheratosi , le patologie delle unghie e della cute. E’ importante che il podologo sappia tutti gli stadi della lesione, per poi decidere, con l’equipe, la medicazione e la terapia più adatta.

Nella fase post-ulcerativa si occupa della riabilitazione sorveglianza e prevenzione delle recidive, attraverso una valutazione funzionale globale.