Un’esostosi subungueale rappresenta una neoformazione ossea reattiva (tumore benigno) che compare tipicamente sul versante dorsomediale della falange distale dell’alluce, giusto sotto l’unghia in prossimità del suo margine libero o appena distalmente da esso.

Colpisce maggiormente l’alluce ma può anche colpire occasionalmente le altre dita del piede.
L’esostosi subungueale è classicamente rappresentata da un’escrescenza localizzata unilateralmente, a lento accrescimento che spesso non accede la dimensione di 0,5 cm.
In situazioni estreme può accrescersi tanto da elevare l’unghia ed apparire esposta sotto il margine libero o distruggerne la superficie.

Raramente l’esostosi presenta un cappuccio cartilagineo, dovuto, in questi casi, porsi diagnosi di osteocondrome (si forma nella cartillagine di congiunzione).
L’esostosi subungueale viene più frequentemente diagnosticata nel giovane adulto, tra la seconda e quarta decade di vita.
Si ipotizza che l’osteocondroma subungueale sia di origine congenita, mentre l’eziologia dell’esostosi subungueale sia dovuta a microtrauma.

Fondamentale la protezione della parte con ortoplastica per ridurre la sintomatologia dolorosa nel caso in cui si volesse/potesse evitare l’intervento o per ridurre la possibilità di recidiva correlata al perdurare delle sollecitazioni micro-traumatiche.
L’ortoplastica deve essere realizzata con lo scopo di evitare il conflitto fra cappelletto della scarpa e porzione distale del dito, se l’esostosi è subungueale.

Si osservano più raramente esostosi plantomediali della falange distale in dita a martello a testimoniare un processo di continuo microtraumatismo ed infiammazione.
In tal caso il trattamento podologico provvede la protezione della parte con ortoplastica di riallineamento/sollevamento del dito a martello, sempre nel tentativo di evitare/rimandare l’intervento chirurgico di asportazione dell’esostosi acrale o per ridurre la possibilità di recidiva.

In genere la protezione della parete può anche non essere necessaria nel caso in cui la riduzione di spessore dell’unghia sia tale da limitare il microtraumatismo, insieme all’uso di scarpe compatibili con la deformità del soggetto.